Inquinamento Porto, grande preoccupazione del personale della dogana di Civitavecchia • Terzo Binario News

Il Porto di Civitavecchia

Riceviamo e pubblichiamo- Il porto di Civitavecchia ha conseguito negli anni una rilevanza internazionale sempre più elevata, caratterizzata da traffici commerciali e passeggeri che interessano collegamenti internazionali con scali marittimi di: Canada, Francia e Germania per il grano; Francia, Sud Africa e Germania per il ferro-cromo; Inghilterra per l’argilla e il caolino; il Sud Africa per il carbon-fossile; la Turchia per il clinker, il coke di petrolio e gli autoveicoli; l’Ecuador, Panama e Costa Rica per banane e ananas; Cina, Vietnam, Bangladesh, India, Singapore e altri paesi orientali per tessili, prodotti elettronici e merci varie.

Sul piano croceristico, il porto di Civitavecchia, avendo superato quello di Barcellona, è divenuto il primo porto nel bacino del Mediterraneo, con tratte che si estendono in Paesi extra UE. Tale sviluppo consegue però effetti negativi per il personale in servizio presso la Dogana di Civitavecchia, sempre più esposto a fattori di rischio come:

L’area che circonda gli uffici doganali è quotidianamente invasa da un numero elevato di camion auto-articolati frigoriferi che, in attesa di sdoganamento delle merci da imbarcare su navi da crociera, stazionano per ore con il motore costantemente acceso, originando una insopportabile rumorosità e contaminando l’aria con emissioni continue di gas di scarico (ossido di carbonio).

L’esposizione a fonti d’inquinamento ambientale. In effetti, i fumi neri emessi in atmosfera dalle navi ormeggiate in porto rappresentano un rischio per la salute per l’esposizione quotidiana e quindi l’inalazione di polveri e gas nocivi come biossidi di zolfo, ossidi di azoto, particolati sottili e altri elementi dannosi.Difatti, la movimentazione del carbone in importazione, estratto dalle stive delle navi, e delle ceneri e dei gessi, introdotte nelle stive per l’esportazione, avviene a cielo aperto, determinando una dispersione di particolato che aggredisce i polmoni. Inoltre, materiali ferrosi e polverosi altamente pericolosi per la salute pubblica come il silicio, la fluorite, il pet-coke e il ferro cromo, vengono attualmente scaricati e caricati in aree adiacenti l’edificio doganale (banchine 23/25), aree quest’ultime poste in passato sotto sequestro dalla Procura della Repubblica per inquinamento ambientale e attualmente dissequestrate con procedimento in corso.

L’esposizione a sostanze chimiche e prodotti tossici. L’esposizione alle evaporazioni ed esalazioni di prodotti petroliferi contenuti in circa 40 serbatoi, distanti in linea d’aria circa 100 metri dalla sede doganale, oltre all’esposizione a polveri sottili, originate dalla presenza di un deposito di ferro cromo e dallo scarico di carbone atto ad alimentare l’adiacente centrale termoelettrica Enel Torre Valdaliga Nord.

Sebbene l’infrastruttura della Dogana sia dotata di un impianto di aerazione, volto a fronteggiare le problematiche sopra esposte, è indubbio che i dipendenti di questo Ufficio sono quotidianamente esposti a rischi di cattiva qualità dell’aria anche all’interno degli uffici, con l’impossibilità di arieggiare le stanze a causa dell’irrespirabilità dell’aria dell’ambiente esterno.

L’esposizione al rischio sanitario per controllo di viaggiatori, animali, piante e prodotti di origine animale e vegetale per importazioni provenienti dal Sud America, nonché per navi di linea provenienti dalla Tunisia, rischi sanitari da malattie trasmesse tramite insetti o animali o per contatto con persone infette da coronavirus, virus responsabile di un largo spettro di malattie, dal banale raffreddore alla SARS, che includono difficoltà respiratorie febbre tosse e gastroenterite e anche rischio di contagio da febbre gialla.

Questa lamentela, sollevata già da alcuni anni dalla UILPA, ha come unico scopo la prevenzione e la sicurezza del personale doganale che opera nel porto di Civitavecchia, al fine di contenere i possibili danni alla salute.

Pertanto, ci si augura un pronto intervento sia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sia delle Autorità preposte al monitoraggio (Asl, Arpa Lazio, etc.) ed avviare, così, una adeguata azione di vigilanza ambientale volta a bonificare l’area in cui insiste la sede della Dogana di Civitavecchia dai suddetti fattori inquinanti.

Civitavecchia 15 dicembre 2016

Il Responsabile UILPA della Dogana di Civitavecchia

Nello Longobardi

Pubblicato giovedì, 15 Dicembre 2016 @ 09:34:12     © RIPRODUZIONE RISERVATA