Roma: bambino down rifiutato da centro estivo. Parte la campagna su facebook del padre • Terzo Binario News

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Ho lanciato un’iniziativa: pubblichiamo le foto dei nostri bambini, visto che qualcuno ancora crede che possano essere pericolosi». L’autore del messaggio, pubblicato su Facebook, è Andrea Mantovani, che accusa il gestore del centro estivo Ottavia di via delle Canossiane, a Roma, di aver rifiutato suo figlio Danilo, un bimbo con sindrome di Down.

È successo quando Andrea e la moglie hanno portato Danilo al centro estivo, rivolto ai bambini da 4 a 13 anni. «Il responsabile – racconta il papà – è un professore delle medie di zona». I genitori avevano avvertito che il figlio è affetto dalla sindrome di Down, ma avevano spiegato «che Dany è gestibile, certo ci vuole un po’ di impegno in più. Anche l’anno scorso lo abbiamo portato ad un centro dove ci fecero i complimenti per il suo comportamento. Certo dava un po’ da fare ma non più di altri».Insomma, continua Andrea, «questa mattina lo abbiamo portato, lui iper felice… c’era la piscina, il campetto, pallone e minibasket. Sono andato a prenderlo alle 16,30 e ho visto molti bambini, ma solo una ragazza, un assistente e il titolare, un certo Ivano, che mi voleva parlare. Beh, ha detto che era molto dispiaciuto, ma Danilo non poteva frequentare, era difficile da gestire e lui non aveva personale da dedicargli». A quel punto «con un cuore minuscolo» Andrea ha provato a ribattere che, se ci fosse stato un tutor, lo avrebbe pagato a parte, «oppure se potevo metterlo io: la risposta è stata no: “Sai, poi non vorrei che crei problemi agli altri bambini che, tornati a casa, si lamentino di Danilo e magari i genitori portino via i loro figli dal centro».

«Mio figlio diceva: “Ci vediamo domani”»

«A questo punto – prosegue Andrea – ho capito che il problema non era il comportamento di Dany, ma era Dany. Avevano paura di perdere soldi». Il papà è amareggiato: «Certo, 15 euro al giorno a bambino per 20-30 bambini sono un capitale. E non possono mica permettere che un bambino “diverso” possa infastidire qualcuno. Ragazzi, ero fuori di me». Ma non basta: «Gli ho chiesto se dovevo pagare il giorno, cosa alla quale non hanno rinunciato: ho dato i 15 euro e non mi hanno fatto nessuna ricevuta (domani tornerò a chiederla), ho ripreso il mio piccolo e le sue cose e me lo sono portato via. Con lui che salutava tutti e diceva ci vediamo domani».
Il centro: «Nessun discriminazione»
Il titolare non contraddice il racconto di Andrea, ma precisa: «Il problema è che non abbiamo operatori. Da parte nostra non c’è stata nessuna volontà di discriminare il bambino».

La solidarietà della rete

Sulla rete a cui Andrea ha affidato il suo racconto si susseguono gli attestati di vicinanza a Danilo e alla sua famiglia e di condanna per il comportamento dello staff del centro estivo romano. Diversi esprimono indignazione e tristezza e scrivono che «qualora la notizia fosse fondata speriamo di cuore che gli amministratori del municipio intervengano immediatamente e con urgenza sul centro estivo Ottavia di via delle Canossiane». Durissimo Sirio Leoncini, coordinatore della scuola di nuoto della polisportiva Delta: «Quello di insegnare le discipline sportive è un mestiere delicato e poliedrico, capace di adattarsi a ogni circostanza e integrare situazioni non sempre uguali. Per questo, da padre e insegnante, prego gentilmente questi millantatori di farsi da parte e lasciare lavorare le persone qualificate. Non è un bambino Down a creare problemi, ma la disorganizzazione e l’incompetenza. Io ho avuto modo e piacere di conoscere Danilo: un bambino meraviglioso e pieno di gioia e vitalità che da più di due anni nuota nella nostra struttura e non ha mai creato alcun tipo di problemi e difficoltà né agli istruttori né agli altri ragazzi».

Il video in Questura

Su Facebook Andrea, oltre all’invito a pubblicare foto e video di questi bambini «pericolosi», chiede a chi ha vissuto o sta vivendo esperienze simili a raccontarle: «Mi rivolgo a tutti coloro che hanno subito una qualche forma di ingiustizia, un’esperienza analoga che vi ha turbato, deluso, a scuola, nel lavoro, nello svago. Potete scrivere anche in privato, con la certezza che daremo seguito alla cosa. L’unione fa la forza». Intanto Andrea richiama il video dell’anno scorso, 4 giugno 2013, che racconta la visita di Danilo alla Questura di Roma: le volanti 6 e 9 lo avevano atteso fuori dalla scuola (era una sorpresa) e lo avevano accompagnato in via di San Vitale per fargli realizzare il suo sogno di essere poliziotto per un giorno. «Eh sì – ironizza oggi il padre – gli agenti lo avevano capito già un anno fa che il mio Danilo è un tipo pericoloso e lo avevano arrestato».

fonte: www.redattoresociale.it

Pubblicato lunedì, 16 Giugno 2014 @ 19:51:52     © RIPRODUZIONE RISERVATA