Il consumo del suolo: là dove c'era l'erba e un pallone • Terzo Binario News

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Son passati cinquant’anni
ma facciamo ancora danni,
tutti hanno capito,
tutti hanno esecrato,
ma basta aggiustare il tiro
e il territorio ha garantito
case per esseri umani
non scuole e ospedali
ma solo problemi sociali.

Quanto siamo menagrami,
populisti e pure strani!

Là dove c’era l’erba e un pallone
zitti, zitti hanno sistemato un mattone.

Io non sono un politico e men che meno una giornalista, forse neppure un poeta; la mia è una semplice opinione che vuol solo far pensare.

Ho sfogliato alcuni articoli delle testate locali in merito alla questione dell’utilizzo dell’area dell’ex campo sportivo di Ladispoli. Non mi dilungherò sulla giustezza o meno dell’impresa, che si evince dalla poesia di apertura; io voglio parlare di possibile utilizzo di uno spazio ancora libero del nostro territorio. Capisco che il terreno è privato, ma il destino di un fondo finora adibito a campo sportivo è stabilito dall’amministrazione comunale, la quale ha l’obbligo morale di tutelare la città, che l’ha onorata del voto.

Ladispoli ha bisogno di servizi; ha bisogno di ricezioni turistiche a basso costo, per incrementare il turismo di tutti quelli interessati a visitare Roma, ma che favorevolmente transiterebbero nella nostra cittadina, se questa offrisse a prezzi moderati servizi di buona qualità. Considerando la vicina Cerveteri e il suo bellissimo territorio in tema di sviluppo turistico potremmo immaginare da qui a dieci anni di poter trovare uno stabile impiego per molti dei nostri validi giovani, incrementando il lavoro in tutti i settori. Il turismo è il nostro petrolio; Ladispoli potrebbe pensare di essere un esempio per la vicina Roma, che in questo momento naviga in pessime acque, se avessimo il coraggio di crederci, zittendo gli interessi di parte e di pochi.

Ladispoli ha bisogno di scuole, di un pronto soccorso attrezzato di personale competente a fronteggiare l’emergenza sanitaria di un territorio che a tutt’oggi supera le ottantamila unità, contando solo Cerveteri e Ladispoli senza essere precisi.
Ladispoli ha bisogno di risorse per fronteggiare i gravosi problemi sociali da cui è afflitta.
Ladispoli non dispone di case famiglia, di centri diurni attrezzati per coprire un orario lungo per disabili gravi.
Ladispoli arranca, come tutti in Italia, e sopravvive grazie all’operosità silente di tanti suoi cittadini, impiegati, insegnanti e amministratori e imprenditori onesti.

Certo un politico qualsiasi potrebbe obbiettare la semplicità con la quale parlo di cose, di cui capisco poco o niente.
Credo però che massacrare ulteriormente il nostro territorio con colate di cemento sia estremamente dannoso per la qualità della vita di tutti.
Prima di costruire altre abitazioni, si dovrebbe pensare a implementare i servizi alla persona dai lattanti agli anziani, passando per disabili e malati per patologie di vario genere.
Perché non possiamo pensare che tutti i nuovi residenti, ammesso che ve ne siano (Ladispoli è piena di case sfitte! ), siano tutti belli, ricchi e sani.

Io appartengo a una di quelle famiglie problematiche venute da Roma, attratta dal mare, dai prezzi più abbordabili delle case. Io ho portato un disabile in più, un bambino ora adolescente problematico in più, un marito che ora è rimasto disoccupato, per non parlare del futuro prossimo, quando mio marito e io saremo due vecchi da assistere in più.
Ho portato me stessa come esempio, perché costruire case vuol dire nuova gente e nuovi problemi.
Ha pensato a questo la nostra amministrazione, prima di dare l’assenso al cambio di destinazione d’uso del terreno del campo sportivo? Oppure di fronte all’emergenza si nasconderà dietro cifre e conti impagabili, per servizi ogni giorno più scadenti?

Questi quindici anni trascorsi a Ladispoli mi fanno pensare che, visti i tagli e le esigue risorse destinate dal governo centrale e dalla regione, incrementi di popolazione non porteranno altro che tagli sui pubblici servizi.
Allora mi chiedo: non era più proficuo pensare a un utilizzo di quel territorio, che desse risposte lavorative, culturali e ambientali, che non fossero il solito centro commerciale, ( perché pare che ne debba nascere un altro proprio dentro l’ex campo sportivo ), in quanto Ladispoli ne vanta di molteplici a dispetto dei soldi che circolano?

Da quell’ettaro e mezzo dell’ex campo sportivo un bosco nessuno se lo aspettava, ma un quartiere nel quartiere con annesso centro commerciale neppure.
Chiudo con un’altra poesia su questo tema che mi ha colpito molto:

Siamo alle solite
un pezzo di terra,
un investimento sicuro
mattone e cemento
e finisce il tormento,
le monete sotterrate,
le coscienze tranquillizzate
e se poi non ci sono servizi?
Ma che devono venire
sempre strani tizi?
E per tutti i bambini?
Già ci stanno mare e giardini,
hanno capito le buone mamme
che ci devono pensar da sole!
E a tutti questi ragazzi,
cosa offriamo oltre al mare
dove andarsi a suicidare?
Cemento, mattoni,
lavoro per poco
e guadagni per pochi.

Così va il mondo, amici,
dove c’era un pallone tondo
ora ammicca una gru giù in fondo
e fra un po’ non ci sta più
ma solo problemi in più,
che non colpiranno tutti,
ma in mezzo ci sei pure tu
che stai seduto e guardi in su.

Pubblicato giovedì, 6 Agosto 2015 @ 12:40:11     © RIPRODUZIONE RISERVATA