Disabilità e barriere architettoniche a Ladispoli, una cittadina scrive al sindaco Paliotta • Terzo Binario News

Disabilità e barriere architettoniche a Ladispoli, una cittadina scrive al sindaco Paliotta

Lug 29, 2016 | Cronaca, Ladispoli

barrire_architettonicheCaro Sindaco Paliotta,
a proposito di accessibilità e di disabili, a proposito della normativa vigente, io sono rimasta al Suo sopralluogo presso la piscina ‘Il Gabbiano’ di Ladispoli, risalente al 29/04/2016. Ho atteso, giorno dopo giorno, una Sua risposta che avrebbe dovuto seguire, avendo l’Amministrazione preso atto dei luoghi ed avendo espresso la volontà di chiedere ad un tecnico competente ‘nel settore dell’handicap’ un parere sulla problematica specifica che è comunque quella di accedere in acqua, vasca natatoria, mancando sia uno scivolo che un sollevatore in alternativa. Ma sono qui, dopo ben tre mesi, che attendo una risposta che ho anche sollecitato non ottenendo mai, e sottolineo MAI, un Suo riscontro. Evidentemente non sono degna di ricevere una risposta ed è, probabilmente, irrilevante che una persona con disabilità chieda di poter fare dello sport per mantenere i propri muscoli in esercizio per non aggravare, ulteriormente, la propria situazione. Porte chiuse dunque, che seguitano ad essere serrate, sprangate, non curandosi nessuno di dare una risposta che è una ad una persona che, comunque, chiede come sia possibile nel 2016 di far ACCEDERE una persona in una vasca natatoria sollevandola o calandola a braccia. Perché sino al momento del sopralluogo, tre mesi fa, la situazione era questa. Essere calati e sollevati a braccia! O è così o è così. Sarebbe stato utile ed illuminante, quindi, conoscere anche il parere di un tecnico che, in ogni caso, avrebbe dovuto basarsi sulla normativa in vigore, quindi 104/92 e legge 13/89 ovvero D.M.236/89, in relazione all’anno di edificazione della piscina stessa che è posteriore alla medesima normativa. Dunque? Questa relazione? Come ripeto il nulla è quello che, ad oggi, constato. E’ un buio fitto da cui non filtra la luce, nemmeno un filino. Nessuna risposta, nessun interessamento, ma l’attesa pura e semplice forse con la speranza, di qualcuno, che tutto cada nell’oblio. Ove Lei o il Tecnico preposto volessero fornire delle delucidazioni sul come poter accedere in una piscina a caratterizzazione pubblica quando si hanno deficit motori, sarebbe cosa gradita oltre che illuminante perché non ci vuole un manuale d’istruzioni per capire che se i muscoli non ti sostengono, non puoi fare miracoli e dovresti essere messo in condizioni di poter entrare in vasca, soprattutto, senza pericoli. Essere sollevati a braccia è operazione RUDIMENTALE non priva di rischi e comunque un conto è sollevare un bambino ed un conto è sollevare una persona adulta. E una tale manovra, veramente, non è indicata da nessuna parte in mancanza di un sollevatore o di uno scivolo. E se la legge stabilisce che gli ambienti destinati ad attività sportive devono essere accessibili, che il tecnico ci spieghi il COME questo possa avvenire! Ormai scrivo da tempo immemore di accessibilità e di pari opportunità. Faccio quest’ultimo appello alle persone di buona volontà, e Le chiedo, Sig. Sindaco di Ladispoli, di farmi conoscere quanto il Tecnico ha desunto, in rapporto ai luoghi, sull’accessibilità della piscina ‘Il Gabbiano’ in assonanza, ovviamente, con la normativa vigente. Forse sono stupida, stupida, stupida perché non mi voglio arrendere e perché voglio vivere nonostante tutte le difficoltà ESTERNE che, sia ben chiaro, sono i veri HANDICAPS che una persona con disabilità deve affrontare ogni giorno come fosse un cavallo a cui mettono addosso, appunto, gli handicaps che è termine derivato dalle corse dei cavalli. Non esistono persone ‘handicappate’ ma esistono i deficit che in rapporto agli ostacoli esterni diventano quegli handicaps che ti distruggono la vita. Pertanto non starò più a scrivere di eliminazione barriere architettoniche, di normativa, di decreti attuativi in vigore, volendo solo conoscere il parere del Tecnico nominato dal Comune. Carta, come si dice, canta.
Paola Mauri