Un danno alla Bracciano Ambiente e di conseguenza al Comune di Bracciano per oltre 1,2 milioni di euro. Questo quanto ritenuto dalla Procura Regionale della Corte dei Conti, e riportato nell’ordinanza 43/2016, nei confronti dell’ex sindaco di Bracciano Giuliano Sala e per il quale era stata disposto lo scorso 4 gennaio il sequestro conservativo dei beni mobili, poi in parte revocato il 15 febbraio 2016.
L’EPISODIO – I fatti risalgono agli anni 2011 e 2012, quando il comune di Bracciano provvede alla ricapitalizzazione della Bracciano Ambiente di cui è socio unico. Una operazione azzardata secondo la Corte dei Conti in quanto gran parte dei soldi della ricapitalizzazione, che portarono il patrimonio della società da528.546 euro a 3.217.113 euro, vennero poi bruciati con la perdita dell’esercizio del 2012 pari a 1.271.409 euro.
La Procura Regionale imputa all’ex Sindaco “I) la Violazione del disposto di cui all’art. 2392 c.c. – attribuibile a SALA Giuliano, nella sua qualità di Sindaco del Comune di Bracciano, nonché Legale Rappresentante del socio unico della partecipata Bracciano Ambiente S.p.A. – per aver omesso di attivare le necessarie azioni ad integrità del patrimonio sociale, anche mediante l’assunzione delle iniziative volte ad ottenere il risarcimento, quale socio-azionista, da parte degli amministratori della Bracciano Ambiente S.p.a., consentendo, con la propria condotta gravemente omissiva, il dissipamento della partecipazione sociale nella partecipata; II) Violazione del disposto di cui all’art. 239, 1° comma, lett. c), del D.Lgs. n. 267/2000 (T.U.E.L.) – attribuibile a SALA Giuliano, nella suindicate qualità, per avere omesso di vigilare sull’amministrazione dei beni comunali ed avere in tal modo consentito, con la propria condotta gravemente omissiva, il dissipamento della partecipazione sociale nella Bracciano Ambiente S.p.A..”
La Procura non ha ritenuto validi i motivi difensivi avanzati dal suo legale secondo cui i fatti sarebbero prescritti.
IL SEQUESTRO CONSERVATIVO DEI BENI – Il 4 gennaio 2016, proprio a copertura del danno imputato per 1,2 milioni di euro era stato autorizzato il sequestro conservativo dei beni dell’ex Sindaco inizialmente effettuato presso 18 conti correnti bancari e postali in cui figurava il nome di Giuliano Sala. Ma di questi conti ben pochi erano poi riferibili esclusivamente all’ex sindaco come dimostrato dal legale della difesa. Tra questi erano finiti erroneamente (fatto riconosciuto dalla stessa corte dei conti) anche i CC di persone per le quali Giuliano Sala era tutore legale in virtù della sua carica da Sindaco.
LA DIFESA – Contro l’ordinanza di sequestro il legale di Sala, avv. Massimo Malinconico, ha eccepito da un lato l’illegittimità nel procedere nei confronti di gran parte dei conti correnti inizialmente posti sotto sequestro, dall’altra il fatto che molte delle responsabilità imputate non ricadrebbero sul sindaco in quanto la giurisprudenza “individua le funzioni attribuite all’organo di revisione e non può essere imputata al Sindaco la violazione della disposizione che impone la vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione; anche l’art. 2392 c.c. non può trovare applicazione per la condotta del Sindaco, in quanto riferito alla responsabilità degli amministratori di società e non ai soci.
Inoltre, la delibera di ricapitalizzazione della Bracciano Ambiente è una delibera consiliare e l’unico modo che il Sindaco avrebbe avuto per non essere imputato nel presente giudizio sarebbe stato quello di disattendere il decisum del Consiglio e non procedere quindi alla ricapitalizzazione.”
La linea difensiva quindi non smonta le responsabilità in sé quanto il fatto che non sarebbe Giuliano Sala l’unico ad averle. Si punta quindi il dito nei confronti degli organi amministrativi e di controllo della Bracciano Ambiente e di tutti i consiglieri comunali che approvarono la delibera di ricapitalizzazione.
Contro il provvedimento di sequestro inoltre la difesa ritiene che non vi siano gli estremi in quanto le eventuali responsabilità del sindaco sarebbero ampiamente coperte da una polizza di responsabilità civile per massimale 5 milioni di euro che coprirebbe anche danni erariali per colpa grave escluso il dolo.
Dopo la sentenza di condanna a risarcire 900.000 euro al comune di Bracciano arrivata lo scorso agosto, pende su Giuliano Sala anche questa ulteriore tegola da 1,2 milioni di euro.
I problemi economici della Bracciano Ambiente, che la politica in piena campagna elettorale si vede rimpallare da una parte all’altra, dopo 12 anni hanno presentato un conto salatissimo che al momento starebbe pagando per intero l’ultimo sindaco. Va però annotato che il danno comunque esiste ed a pagarlo saranno o i braccianesi o chi ha amministrato.